lunedì 26 novembre 2007

Chi ha paura di Darwin? Breve intervista a Telmo Pievani


Elio Sgreccia , intervenuto al congresso organizzato dall'Ateneo Pontificio 'Regina Apostolorum' sostiene che "non c'è contraddizione tra creazione ed evoluzione, purché si mantengano alcuni punti fermi". Quali sono i punti fermi?

- Primo: l'evoluzione è governata da un disegno superiore;

- Secondo: l'uomo è ontologicamente diverso dalle bestie.

E fin qui, niente da ridire. Il problema nasce se, attorno a questi capisaldi si costruisce una 'teoria', le si da il nome intrigante di ' Intelligent design' e si pretende di insegnarla nelle scuole come alternativa all'evoluzionismo darwiniano. E se proprio non si riesce a vendere l'I.D. come teoria scientifica, allora basta affermare che neanche il neodarwinismo è una teoria scientifica. Leggendo in giro varie critiche su questo tono, mi sono chiesto e richiesto come avrebbe risposto Telmo Pievani , che avevo sentito ad una conferenza lo scorso febbraio. Alla fine mi sono deciso, gli ho scritto. Ne è venuto fuori questa breve intervista.


Renzo: Gli evoluzionisti spesso non accettano di confrontarsi su un piano scientifico con i sostenitori dell'ID, affermando che questa teoria non può essere considerata scientifica. Il confine tra scienza e non scienza è molto labile, con quali argomentazioni si può affermare la non scientificità dell'ID?

Telmo: Gli scienziati fanno bene, a mio avviso, a non accettare confronti con creazionisti o neocreazionisti in contesti istituzionali e scientifici che diano una implicita patente di plausibilità all'interlocutore. Devono invece imparare ad accettare il confronto sui media generalisti, per evitare che un pubblico di non esperti sia esposto a opinioni tendenziose senza un contraddittorio ben argomentato. L'ID non è scienza perché non ha una base empirica, non ha inferenze logiche e argomentative fondate e non è nemmeno una buona controversia perché non coglie reali punti deboli del programma di ricerca evoluzionistico. E' una dottrina teologica o filosofica. Infine, non regge ad un semplice ragionamento per assurdo: se un progettista intelligente fosse stato davvero all'opera nella storia naturale, non sarebbe stato per nulla "intelligente".


Renzo: Con quali argomentazioni è possibile sostenere la scientificità della teoria dell'evoluzione? In particolare, la teoria dell'evoluzione è falsificabile?

Telmo: Certamente. La teoria dell'evoluzione può generare moltissime "predizioni rischiose" che uno scienziato può falsificare o corroborare, anche in laboratorio. La componente storica della spiegazione evoluzionistica, poi, non esclude affatto che sia verificabile e che ipotesi alternative siano sottoposte alla prova dei fatti accertati.


Renzo: La teoria dell'evoluzione è un "paradigma utile" in termini di capacità predittiva o capacità di fornire soluzioni?

Telmo: Al momento, è l'unico programma di ricerca in grado di tenere insieme in una cornice coerente i dati in nostro possesso provenienti dalle discipline più diverse, dalla genetica delle popolazioni alla paleontologia. Il nucleo esplicativo è quello neodarwiniano. Si discute poi sull'importanza di singoli fattori, sui ritmi del cambiamento, sull'importanza dei tratti non adattativi e sui livelli di selezione. Ma sono controversie che non intaccano la solidità del programma di ricerca in generale.

Renzo: In molti criticano l'impostazione negativa della teoria dell'evoluzione. Un teologo come Vito Mancuso e un biologo come Stuart Kauffman sono finiti curiosamente per convergere sull'idea che il caso non basti a spiegare l'enorme varietà di forme su cui agisce la selezione naturale e che l'ordine potrebbe essere una proprietà intrinseca della materia, in grado di emergere spontaneamente in determinate condizioni. Siamo abbastanza lontani dall'ID. A questo livello, un dialogo è possibile? Cosa ne pensi di queste teorie?

Telmo: Kauffman era partito dall'idea che i processi di autorganizzazione potessero sostituire la selezione naturale e generare una teoria dell'evoluzione alternativa. Poi ha cambiato idea e adesso parla della complementarità fra proprietà emergenti e selezione naturale. Il testo di Mancuso è eterodosso e molto coraggioso, ma si basa sul solito errore di leggere la natura con la lente della teologia. Finisce così per vedere nella natura ciò che non esiste, ovvero un piano finalistico ordinato. Gli elementi di reticolarità del vivente non giustificano in alcun modo l'idea che in natura siano nascosti fini o direzioni preordinate. E' un salto logico infondato. L'evidenza empirica ci dice che la storia naturale è caratterizzata da una radicale, profonda contingenza. Questo è il dato su cui deve riflettere il teologo, come il filosofo. Non dobbiamo cercare nella natura i fondamenti dei nostri convincimenti teologici, e ancor meno delle nostre credenze. Rischiamo di esserne delusi...

Renzo: E infine una domanda opzionale, mi rendo conto che andiamo un po' fuori tema. La diffidenza nei confronti della teoria dell'evoluzione mi sembra rientri in una diffidenza generalizzata nei confronti della scienza. L'idea che la scienza e la tecnica non siano strumenti neutri ma contengano in sé una qualche intrinseca negatività è piuttosto diffusa. Per te scienza e tecnologia sono strumenti neutri, "negativi" o "positivi"?

Telmo: Non credo proprio che siano neutrali. Sono strumenti umani. Come tali, carichi di opportunità e di rischi al contempo. Il problema è capire come gestire la loro ambiguità. Possiamo farlo rispettando l'insopprimibile curiosità umana, ma decidendo insieme, democraticamente, caso per caso, dove porre eventuali limiti. Di certo, i limiti non possono essere imposti, secondo me, dalla paura, dall'ignoranza e da strutture di pensiero dogmatiche fondate su precetti religiosi che appartengono soltanto a una parte della società.


Letture interessanti:

Su Bioetica, Darwin e il cardinale

Sul Azioneparallela, Evoluzione e resurrezione

Su L'estinto, Bestiario antidarwiniano

Su Wiki, il culto del Flying Spaghetti Monster

Chi ha scritto i vangeli?


«È mai ammissibile che ci siano docenti di latino e greco che sanno tutto sulla questione omerica e nulla sulla questione sinottica? Ben consci che i poemi omerici non sono dei poemi scritti a tavolino nell’VIII secolo a.C. da un poeta chiamato Omero, e nel contempo convinti, invece, che i Vangeli siano la vita di Gesù scritta a tavolino da quattro biografi di nome Marco, Matteo, Luca, Giovanni?».

(R. Uglione, citato da Clementina Mazzucco su Cristianismus)

Devo confessarlo. Questa frase mi ha spiazzato. La prima reazione è stata un verso di sorpresa, tra rantolo e grugnito: scritto in termini così espliciti non l'avevo mai letto.

Né ero a conoscenza (conoscenza consapevole) del fatto che il numero di varianti documentate del nuovo testamento è di 250000 (duecentocinquantamila), anche se poche varianti sono importanti per il senso. Che solo per metà del testo i manoscritti antichi sono concordi. Che il manoscritto del nuovo testamento più antico che abbiamo non è originale, ma copia di una copia, risale al 125 d.c. e contiene un frammento (18,31-33,37-38) di Giovanni. Che i vari vangeli, sinottici e non, recepti o apocrifi, sono la codificazione di diverse tradizioni orali. Che parlare di "autore" nel senso che diamo noi oggi alla parola "autore" è fuorviante. Che a quei tempi non si facevano ristampe, ma si copiava. E copiando si aggiungeva, si censurava, si aggiustava il testo.

Via i riferimenti al giudaismo di Cristo, via i riferimenti a fratelli e sorelle di Cristo, via persino il nome di Barabba (si chiamava Gesù anche lui: Gesù detto il Barabba. Ma un delinquente si può mai chiamare come il figlio di Dio?). Gesù può mai aver scacciato un lebbroso? Figurarsi, cancellare "incollerito" e sostituire con "impietosito".

Cristianismus è un sito ricco di materiale ben documentato, scritto con spirito scientifico da specialisti del settore. Vorrei ringraziarli e baciarli di persona, lo farò almeno con una email.

Ancora una cosa. Il vero finale del vangelo di Marco, secco, sconvolgente, bellissimo:

"Ed esse, uscite, fuggirono via dal sepolcro perché erano piene di timore e di spavento. E non dissero niente a nessuno, perché avevano paura"


giovedì 15 novembre 2007

Compromesso storico tra il diavolo e l'acqua santa

Ecco un giochetto interessante. Seguono due brani, bisogna indovinare chi ha scritto (o detto) cosa.


Ecco il primo:

"[...] mostrano concretamente come i Pitagorici e gli Stoici avessero ragione: e cioè, come
il Logos permei l'universo e si rifletta nell'uomo, nel senso che «tutto è razionale» e la razionalità umana è in grado di comprendere, almeno parzialmente la razionalità cosmica".


Ed ecco il secondo:

"[...] c'è da un lato una razionalità della stessa materia. Si può leggerla.
Essa ha una matematica in sé, è essa stessa ragionevole, anche se nel lungo cammino dell'evoluzione c'è l'irrazionale, il caotico e il distruttivo; ma la materia come tale è leggibile."

Rivelare chi ha detto cosa è superfluo, dato che i due brani esprimono lo stesso concetto. Però dirò che uno dei due è Benedetto XVI e l'altro è *attenzione* Piergiorgio Odifreddi, quello di "Perché non possiamo essere cristiani".

Vabbe'. Per addolcirmi la bocca mi rileggo questo brano di Malvino (chissà che non capiti sotto gli occhi di Odifreddi):

"la razionalità che si legge nella materia viene da una lettura razionale d’essa, cioè, dall’uomo. Il quale organizza tutto ciò che tocca coi suoi sensi entro categorie logiche che sono le diverse declinazioni della razionalità."

martedì 13 novembre 2007

Facciamo come dice Martino?


Lucia: Hai preparato l'itinerario su Google Maps?


Renzo: ehm, no, sai che viene anche Martino...

Lucia: ah, cheppall.. e quindi?

Renzo: be', a lui queste cose non piacciono, dice che la tecnologia... boh! Mica ho capito bene, 'orcoboia, quel ragazzo a volte parla in geroglifico!

Lucia: Sì, vabbe', ma come ci arriviamo al ristorante d'O?

Renzo: Dice che solo perdendoci per le stradine sconosciute e mai percorse della lomellina saremo in grado di apprezzare il ristorante nella sua vera essenza, e godere della sorpresa per il disvelamento di ciò che ci era nascos..

Lucia: Mavacaghèr! Ci perdiamo e finiamo a mangiar panini nel bar di un paesino senza nome, in mezzo alla nebbia.
Senti, ma non lo possiamo scaricare, Martino?

Renzo: be' dai, la pensiamo diversamente, ma in fondo è mio amico...

Lucia: Ecco appunto, vorrei proprio sapere come diamine te li scegli, certi amici!

Non si sa mai...


AVVISO IMPORTANTE:

Mio marito Renzo NON vuole uccidermi. Il coltello è stato volutamente ritratto in questa inquietante prospettiva e il contenuto di questo vecchio post era e resta esclusivamente ironico. Quel post non è un modo per dare libero sfogo a pulsioni violente represse a fatica. Non c'è nessuna pulsione violenta repressa!

Insomma, non mi carcerate mica il marito per via di un post? È tutto inventato, chiaro? La foto, il dialogo: ho inventato tutto io.
(Oddìo, mica arrestate me, adesso? Per falsa testimonianza?)


La verità è c'è poco da ridere. Perché il Messaggero ha veramente pubblicato un articolo dal titolo "L'americana aveva scritto tutto un anno fa" e sul TG3 (il TG3 sant'iddìo!) Bianca Berlinguer e Vittorino Andreoli hanno veramente ribadito la tesi che internet, i blog, sono nel loro complesso “complici” di quanto è avvenuto. E su Porta a porta, tutti: Vespa, miss Italia, TUTTI: gli studenti di Perugia, i bulli e le pupe, i secchioni, i ciellini, le zecche: TUTTI! Tutti asserivano che, "i blog", "valvola di sfogo", "pulsioni violente represse", "difficoltà comunicative", "i giovani d'oggi hanno tutto", "la noia".
Amanda Knox ha chiuso il "blog" su cui un anno fa aveva pubblicato un raccontino hard boiled, ma doveva farlo un anno fa. In bocca al lupo.


Ps.:
E se fosse innocente?

giovedì 8 novembre 2007

L'ipotesi Dio

Lucia: Perché sono bassa? Cioè, perché le mie ossa, ad un certo punto, non sono cresciute più?


Renzo: Be', l'altezza è predeterminata geneticamente per il 90%.

Lucia: Eeeh? Traduzione please.

Renzo: Tu devi il 90% della tua altezza al tuo programma genetico, il restante 10% a quello che mangi. La tua altezza era già stabilità quando eri un embrione.

Lucia: Vabbe', ho capito. Allora voglio sapere perché il mio maledetto programma genetico prevede che io non possa superare il metro e cinquanta!

Renzo: Be', non saprei...

Lucia: Visto? Lo sapevo! Con tutta la tua scienza, "non saprei" è tutto quello che sai dire. Tze! E poi dice che l'ipotesi Dio è inutile!

lunedì 5 novembre 2007

Il naufragio e la mitopoiesi, ovvero come evolve la tv

C'è questo meraviglioso post satirico di Leonardo a proposito del nuovo film di Soldini e in generale sul minimal-realismo sonnolento dei film/romanzi italiani.

Questo film parla di un quarantenne che è stato licenziato. Il problema è che Soldini, anziché inquadrare la crisi del quarantenne in una qualche trama o vicenda o sviluppo inatteso, si avvita sulla crisi del quarantenne e mette in scena solo quella (sbadiglio).

Leonardo immagina un dialogo tra un soggettista minimal-realista e un produttore cinematografico con le palle, che ci tiene a tenere ben svegli gli spettatori. Ecco il punto saliente:


Produttore: Facciamo così. Il tuo soggetto va bene.

Soggettista: Sul serio?

P: Fino al primo tempo. Nel secondo tempo atterrano gli alieni.

S: Eeeeh?

P: Dopodiché… continua tu. Vediamo cosa sei capace di fare.

S: Ma il dramma interiore?
P: Il dramma interiore sarà fi-ghi-ssi-mo. T’immagini? “
Sono un ingegnere disoccupato 45enne, mantenuto da sua moglie e… che altro c’è adesso? Oh, no. Pure gli alieni! Tutte a me, capitano”.

Questa parte del post di Leonardo m'è venuta in mente guardando l'ultima puntata de "L'isola dei famosi".

Chi è interessato al dramma interiore di personaggi televisi sovrappeso
, in là con gli anni e in declino di popolarità alzi la mano. Nessuno? Be', allora facciamoli naufragare su un'isola deserta e vediamo che succede. La faccenda cambia completamente aspetto.
C'è un evento che genera storie: il naufragio
: come faranno i nostri naufraghi a sopravvivere? Come si ripareranno dalla pioggia? Di cosa si nutriranno? Resteranno coesi o si scanneranno a vicenda? Chi di loro avrà la meglio? La crisi di ognuno di loro, in sé è come un binario morto, non genera storie.
Ma ecco che una scintilla può generare miriadi di storie (tutte con " la crisi" sullo sfondo).
Quello che sospetto è che alcuni autori televisivi abbiano ben chiari in mente certi meccanismi narrativi molto meglio di acclamati e incensati registi e romanzieri (ne ho parlato anche qua).

Provo ad applicare questo paradigma ad un altro programma televisivo di grande successo: Affari tuoi, condotto da Flavio Insinna. Nei vecchi telequiz c'era un tizio con le cuffie che rispondeva alle domande. Di lui si sapevano: cognome, nome, città, professione. Bando al superfluo e via con le domande.
In "Affari tuoi" il concorrente è presentato da un breve filmato. Scopriamo che "Filippo" ha fatto un certo lavoro, con gran profitto. Poi ha avuto un'incidente che lo ha fermato per mesi. La fidanzata l'ha lasciato e ha perso il lavoro. Poi è guarito e per fortuna ha incontrato "Maria", si sono sposati, ma è ancora disoccupato. Vorrebbe vincere e aprire un'attività in proprio. Ecco che Filippo non è più un anonimo: ce l'hanno presentato. Ha una storia che somiglia alla nostra: anche noi abbiamo dei problemi, anche noi abbiamo dei sogni irrealizzati, anche noi avremmo bisogno di quei soldi per realizzarli. Ecco che scatta l'immedesimazione, ma siamo su un binario morto, ci vuole l'evento che generi storie.

E qui arrivano gli alieni
: il nostro Filippo,
per avere i soldi deve affrontare un percorso, compiere scelte difficili, coraggiose. Cambiare il pacco o tenerlo. Accettare 15000 euro o inseguire i 200000. Si dimostrerà abbastanza spregiudicato? O abbastanza prudente? Avrà la meglio su famigerato dottore?
Anche qui gli autori hanno inserito elementi in grado di generare storie,
situazioni che mettono alla prova i personaggi, che li costringono all'azione. Il tutto esasperato dalla colonna sonora: l'Ennio Morricone degli spaghetti western, i Goblin di Suspiria e la Lisa Gerrard de "Il gladiatore".