venerdì 5 febbraio 2010

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mercoledì 21 ottobre 2009

L'ultimo uomo sulla terra



Non resta più nessuno, sono L'ultimo uomo sulla terra.

Jack è stato preso questa notte. Era lui che mi aveva sostenuto nei momenti peggiori. È grazie a lui se oggi sono ancora qui. Ieri mi aveva salutato con un sorriso dei suoi, di quelli incoraggianti.
Poi, questa mattina, ho letto il messaggio:

Jack ti ha regalato una pecora. Accetta/Ignora

Ma resisterò. Oggi ho bloccato l'applicazione.

NON MI AVRETE MAI, BASTARDI!

giovedì 3 settembre 2009

Fotoracconto di un veloce pasto domenicale






Lucia: Ma non doveva essere un pranzo veloce?
Renzo: Infatti stiamo usando i piatti di plastica.

lunedì 31 agosto 2009

Le incredibili avventure di Sansone

C'era questa donna che proprio non riusciva ad avere figli.* Le compare un angelo del signore e le dice: «Donna, tu partorirai. Da oggi non bere più vino e non mangiare cibi immondi, perché tuo figlio sarà un nazireo consacrato a Dio fin dal seno materno».
La donna partorì e chiamò il figlio Sansone. (Gdc, 13)

Sansone e il leone.

Sansone incontra un leone sulla via, lo spirito del signore lo investì © e lo squarta a mani nude. Il giorno dopo ripassa di là e trova un favo di miele nella carcassa del leone. Lui prende il favo e se ne va tutto contento mangiando il miele. (Gdc, 14)


Sansone ne: "Le nozze di Sansone".

Sansone sposa una filistea. Ovviamente, al banchetto di nozze, è pieno così di filistei. Ora, c'è una cosa: a lui i filistei stanno proprio là, non li regge. Pensa: adesso li sistemo io, gli faccio un indovinello che non lo indovinano neanche morti. Si ricorda della faccenda del leone e:

«Dal divoratore è uscito il cibo, dal forte è uscito il dolce. Che cos'è?»
In palio 30 abiti, chi perde paga.

Silenzio e sgomento tra i 30 filistei. Si spremono le meningi, ma nulla.
Allora vanno di nascosto dalla sposa di Sansone, la pregano un po' e lei:
«È il leone»
«Il leone?!?»
«Ma nulla, è che l'altro giorno ha squartato un leone e ci ha trovato dentro un favo di miele, s'è fissato co sta stronzata...».


Quelli -tutti contenti- tornano da Sansone con la risposta. Sono un po' brilli, ridacchiano e si danno discretamente delle gomitate d'intesa.
Sansone, sobrio come un baccalà nei freddi mari del nord (ché lui non può bere vino e non può neanche mangiare salame: è nazireo) s'imbufalisce.

Va per strada e lo spirito del signore lo investì © uccide trenta passanti e gli prende i vestiti per darli ai filistei. Scommessa pagata.

Poi, incavolato nero, torna a casa da mammà.
Ah, la moglie viene data in sposa al testimone di nozze di Sansone. Vatti a fidare degli amici. (Gdc, 14)


La vendetta di Sansone

Sansone si dice: suvvìa, andiamo a far pace con mia moglie. Prende due capretti e si presenta dal suocero: «Voglio entrare da mia moglie nella camera».** Forse è un approccio un po' brusco, ma lui era uno fatto così. Il suocero lo informa che la moglie è stata data in sposa al suo compare d'anello, visto che sembrava non ne volesse più sapere.
Sansone s'infuria sul serio e lo spirito del signore lo investì © cattura trecento volpi, lega alla coda di ogni volpe una torcia accesa e le libera tra i campi dei filistei. Va tutto a fuoco.

Ora, rewind:
1) cattura 300-trecento volpi
2) lega una torcia alla coda di ogni volpe
3) accende tutte e trecento le torce
4) libera le volpi incendiarie nei campi dei filistei.

Baccalà, bastava un fiammifero. Ma lui era uno fatto così.

Sansone III - Il ritorno
Il filistei, per placare Sansone, uccidono il suocero e la fedifraga. Lui s'infuria ancora di più e lo spirito del signore lo investì © li ammazza tutti con una mascella d'asino.
Poi compone questi memorabili versi:

«Con la mascella d'asino
li ho ben macellati!
Con la mascella d'asino
ho colpito mille uomini!»



Naturalmente c'è anche la storia di Sansone e Dalila e «Che io muoia, insieme con i filistei!» e giù le colonne del tempio. Per chi avesse voglia di altre incredibili avventure di Sansone, sono in Gdc, 16.




* Questa ancora oggi è una grossa frustrazione per chiunque , ma per gli israeliti era la massima frustrazione. Oltretutto, vista la tendenza ad accoppiarsi tra consanguinei, era anche una cosa abbastanza frequente, vedi Sara e Abramo, Isacco e Rebecca, Giacobbe e Rachele.

** Letterale