mercoledì 26 dicembre 2007

Pranzo di natale

- Tutti in piedi, tutti in piedi! Oh, là in fondo, susìtivi!
- In piedi, lo sentite allo zio?
- Nel nome del padre, figlio e spiritosanto. Padrenostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome [...] e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male.
- Ave Maria, piena di grazia, il signore è con te [...] Santa Maria, madre di Dio [...] nell'ora della nostra morte, Amen
- Signore, ti ringraziamo per averci qua riuniti, benedici questo cibo... e Buon Natale e Buon appetito a tutti!

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- Ma chi eni 'stu fuà ggrà?
- Patè di fegato, nonna, l'ha portato zia Cecile
- Arriva la minestra di cappone!
- Io non la voglio!
- Ma come, è fatta col gallo di Turi!
- Zio, ma che l'hai ammazzato tu?
- ... e poi lo stomaco e le budella, tutto tritato...
- si tagliava di sutta e ci luvavano li cosi...
- cosa gli toglievano, nonno?
- li cosi... li baddi...
- i coglioni nonno?
- E poi si cusìva, e accussì si faceva lu cappuni. E poi ci tagliavano la cresta per distinzione, e poi sulla cresta si mintìa la cenere di aulivu, sennò troppo sangue perdeva...
- Ma che schifo!
- Un po' di lasagne per il nonno!
- No, che non ne può manciare! Il diabbete
ci ha!
- Chi lo vuole il crasto?
- ... crastò?
- L'agnello, zia Cecile
- Se nessuno vuole la coscia del crasto...
- Chi vuole la coda?
- Io lo voglio, il boccone del papa!
- Basta che poi ti viene l'acidità.
- Tanto due malox
mi sono preso.
- ... e la testa del crasto si spaccava a metà, poi così com'era si ci metteva di sopra putrisino, il prezzemolo! il pan grattato e l'aglio, tutto tritato e nel forno, e poi si manciava col cucciarino...
- Ma che schifo!
- Eric, vieni qua! Tu accà devi stare, a comer cu la grandmèr!
- passionfrut!
- Eeeeh?!
- Passionfrut ti dissi!
- Cheee?!?!
- Passionfrut, lu fruttu di la passioni!
- Ahhh..


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- ... la torta sacher l'ha portata lo zio Turi, la cassata l'ha portata lo zio Leonardo, il panettone artigianale con la crema di pistacchio l'ha portata lo zio Rocco, e l'agnello dolce di mandorle e pistacchi l'ha fatto la zia Pina, invece la zia Cetti ha comprato un agnello pasquale da Spinella...
- Questa non è sacher, questa è una torta savoia!
- ...e le paste di mandorla le ha portate lo zio Caloggero, il passito l'ha portato Renzo...
- L'hai mangiato il panettone? Lo DEVI assaggiare!
- ... BURP!


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- Certo che facciamo schifo, abbiamo mangiato come i porci...
- Pokerino?

venerdì 21 dicembre 2007

Il nostro secolo (I)

«Nel nostro secolo [...] gli uomini si sono divisi tutti in tante singole unità, ognuno si ficca nel proprio buco da solo, si allontana dagli altri, si nasconde e nasconde quello che ha, e così va a finire che respinge lontano da sé gli altri uomini e viene a sua volta respinto, sempre per colpa sua. Accumula ricchezze in solitudine e pensa: «Come sono forte ora, come sono al sicuro!» E non sa, questo sciocco, che quanto più accumula, tanto più affonda in un'impotenza che è autodistruttiva. Perché si è abituato a sperare solo in se stesso, e si è staccato del tutto isolandosi, ha abituato la sua anima a non credere nella solidarietà umana, negli uomini e nell'umanità, e trema soltanto all'idea di perdere il suo denaro e i diritti acquisiti con esso

Fedor Dostoevskij - I fratelli Karamazov
BUR pag 406-407.

giovedì 13 dicembre 2007

Ulisse a cold mountain


Perché gli sceneggiatori italiani non riescono a scrivere un bel filmone come Ritorno a Cold Mountain? Lo sceneggiatore di questo film è riuscito simultaneamente a:


1) Raccontare una vicenda storica molto importante per gli USA: la guerra di secessione;

2) Raccontare l'immancabile storia d'amore tra Jude Law e Nicole Kidman (sempre Hollywood è);

3) Citare esplicitamente l'Odissea, con tanto di Calipso, Proci e maga Circe;

4) Ricordare che la guerra è sopratutto morte, sangue, distruzione, atrocità;

5) Inserire un bel finale: non un banale lieto fine ma un piccolo, emozionante colpo di scena.

Perché un regista americano riesce ad attingere a queste fonti di ispirazione, mescolare tutti questi temi e creare un'opera ricca, coinvolgente, multilivello?

Perché gli sceneggiatori italiani non riescono a produrre altro che noiosissimi film intimisti che nascondono un vuoto profondo di contenuti sotto l'aura posticcia del "non commerciale"?

Boh.

lunedì 10 dicembre 2007

Non mi toccate il timballo di riso!


Avviso ai naviganti: qua non troverete una ricetta del timballo di riso siciliano. Ma in un altro post c'è la ricetta dei timballini delle due marie, inoltre su cookaround c'è una appetitosissima ricetta fotografica.

«"L'osso e la lisca" si è complicata la vita preparando il timballo, piatto che richiede grande maestria e che incarna un po' la cucina dalla quale la Sicilia si vuole allontanare»

Leggo questa frase e ho un sussulto. Bedda Matri, siamo già a tanto? Il timballo di riso sarebbe "la cucina dalla quale la Sicilia si vuole allontanare"?

Ok, cominciamo dall'inizio.

C'è questa divertentissima sfida tra foodblogger, l'IRONBLOG. I partecipanti si sfidano due alla volta, creano un piatto con gli ingredienti obbligatori e lo fotografano. Il verdetto lo dà uno chef, diverso ogni volta.

Questa sfida mi prende, è tra due palermitane doc: le meravigliose Bian di L'osso e la lisca e Viviana di Cosa ti preparo per cena.

Salivazione a tutta manetta: le due ci sanno fare, non saprei proprio cosa scegliere tra il tiballino di triglie di Bian e le triglie con arancini di Viviana.

Chi giudica? Urca, Ciccio Sultano, il sicilianissimo e stellatissimo chef del ristorante "Duomo", a Ragusa Ibla.

Corro a leggere il verdetto e...

«"L'osso e la lisca" si è complicata la vita preparando il timballo, piatto che richiede grande maestria e che incarna un po' la cucina dalla quale la Sicilia si vuole allontanare».

Nooo... si vuole allontanare... da cosa? Matri mia, dove va la Sicilia? In mia assenza, dove sta andando la cucina Siciliana? Cosa mangerà mia madre questa domenica? Cosa mi preparerà a Natale, quando tornerò a casa per tre giorni? Patrefigghiu e spiritu santu.

Luciuzza: "dalla quale la Sicilia si vuole allontanare"?

Renzu: Sì!" Proprio così.

Luciuzza: Ma cchìa, vero dici?

Renzu: Se, ti dicu!

Luciuzza: Ma cchìa, scimunìu?

Renzu: E cu lu sapi... C'avissi carùtu na pignata nta testa?

Luciuzza: Voi vidiri ca iddu mancu lu sàpi fari lu timballu di melanzani? Come lu facìa me nanna, bon'armùzza!

Renzu: ppi ddavèru!

Il fatto è che da quando vivo, anzi viviamo a Pavia, ci siamo resi conto che il cibo, alla fine di tutto, è solo memoria, ricordo, dopo aver mangiato è la sola cosa che vi resta.

Ecco, il timballo di melanzane di mia nonna, anzi il ricordo di quel timballo.

Se mi chiedessero:

Dio: Cosa vuoi mangiare a pranzo, domenica prossima?

io: Il timballo di nonna Maria. E se posso permettermi, vorrei anche il marsala di nonno Giovanni, grazie.

Dio: Allora, un timballo di nonna e un vinu viecciu. Nient'altro?

io: no grazie, per adesso a posto così. Magari dopo guardo i dolci.

Mi vedo già a scavare tra i chicchi di riso in cerca delle melanzane fritte.

Va bene, ho scherzato. Queste cose il Sultano le sa bene. Guardate cosa scrive sul suo sito:

«Il Leit Motiv è "riscoprire e riportare alla luce i sapori perduti della tradizione e rinnovarli

Insomma, rinnoviamolo, 'sto timballo, alleggeriamolo, monodosiamolo, chiamiamolo "tortino", decoriamolo, abbelliamolo come mai la nonna di nessuno ha fatto, purché al primo morso avvenga la magia, perché il buon cibo [...] è quello che ci restituisce per un attimo l’infanzia perduta.

venerdì 7 dicembre 2007

Dejavu

«Il significato corrente del termine "romantico" deriva [...] dal riconoscimento del valore [...] attribuito al sentimento: una categoria spirituale che l'antichità classica aveva ignorato o disprezzato, che il settecento illuministico aveva riconosciuto nella sua forza e che nel romanticismo acquista un valore predominante. Questo valore predominante è la principale eredità che il romanticismo riceve dal movimento dello sturm und drung che aveva contrapposto il sentimento, e con esso la fede [...] alla ragione, ritenuta incapace, nei limiti che ad essa aveva prescritti Kant, di attingere la sostanza delle cose o le cose superiori e divine».


Rileggo questo brano, tratto dal quarto volume dell'enciclopedia di Abbagnano. Si tratta dell'introduzione al capitolo sul romanticismo.

Immediato, arriva il
dejavu.

giovedì 6 dicembre 2007

Sentirsi a casa, nonostante Bossi (2)


Lucia: Sput, bleah! Cos'è 'sta roba?!

Renzo
: Uè, testina! Non riconosci il bollito col bagnèt verd?

Lucia
: Sì, ma cosa hai messo in questa poltiglia verde? C'è l'aglio, vero?

Renzo
: ehmssì... aglio, acciughe, uova, prezzemolo..

Lucia
: ah, stasera ci siamo buttati sul macrobiotico!

Renzo
: Ma è la ricetta originale, la nonna della mia collega la fa precisamente...

Lucia
: Chissene!

Renzo
: E le radici in Sicilia e i frutti in Lombardia?

Lucia
: Be', giusto un'albero d'aglio dovevi coltivare?

martedì 4 dicembre 2007

Sentirsi a casa, nonostante Bossi (1)


Renzo: Uh! Cos'è?

Lucia
: Ossobuco alla milanese.*

Renzo
: Ma siamo siciliani!

Lucia
: Embé? Viviamo a Pavia.

Renzo
: E le radici?

Lucia
: Le radici in Sicilia, i frutti in Lombardia.

Renzo
: mmmh... Mizzica, è buono!

Lucia
: Tel chi, el terùn!

Renzo
: Vadavialciap!


* anche finger food!