Primo step:
rimira la scatola. L'altopiano ragusano con gli iblei sullo sfondo. Pecore e mandorli in fiore. Un'ottima approssimazione fotografica della vagheggiata arcadia.
Secondo step:
apri la scatola. Dài uno sguardo alle parole stampigliate sul bordo: Pasticceria Giovanni Di Pasquale. Un luogo di cura. "Cura" nel senso che lì tutto è fatto con cura: i cannoli, le paste di mandorla, la torta Savoia. Persino il caffè o le banalissime gelatine di frutta. La granita di gelsi, ad esempio: contiene solo gelsi rossi. Nessun colorante e nessun aroma al gusto di big babol. Te la fanno assaggiare orgogliosi e sicuri del fatto loro. "Cura" nel senso che lì tutti si prendono cura di te. "Cura" nel senso che sei andato lì per prenderti cura di te. O per prenderti cura di una persona che ami.
Per questo motivo quella scritta ti sembra rassicurante. Leggila. Poi passa al terzo step.
Terzo step:
preparati un buon caffè. Nella scatola ci sono delle paste di mandorla e di pistacchio. Sono confezionate una per una, ma sai bene che sono state sfornate non più di due giorni prima, e spedite immediatamente. Senza attendere l'avvenuto bonifico. Loro sono fatti così: spediscono sulla fiducia, anche a degli sconosciuti.
Quarto step:
apri la pasta di mandorla e annusa. Piano, non sniffare lo zucchero a velo, ti va di traverso. Adesso mordila. Si scioglie in bocca vero? Questa è la pasta di mandorla più morbida che tu abbia mai assaggiato. Nessuno le fa così: svampate appena. Una sottilissima crosta e un cuore morbido.
Quinto step:
passa a quella di pistacchio. Le paste di pistacchio non sono verdi, lo sapevi? Sono marroncine. Se vai a mangiare il gelato di pistacchio a Bronte non troverai creme verdi, lo stesso vale per le paste di pistacchio da Di Pasquale. Il pistacchio è verde solo fuori, dentro è giallino e così le paste.
Adesso concediti un sorso di caffè, ti consentirà di sostare sulla vetta del piacere ancora un attimo. È tutta una questione di attimi.
Bene. Adesso puoi anche guardare il Tg senza rischiare una crisi di panico. Sarai più lucido e reattivo, dopo questa piccola cura Di Pasquale per corrispondenza.
rimira la scatola. L'altopiano ragusano con gli iblei sullo sfondo. Pecore e mandorli in fiore. Un'ottima approssimazione fotografica della vagheggiata arcadia.
Secondo step:
apri la scatola. Dài uno sguardo alle parole stampigliate sul bordo: Pasticceria Giovanni Di Pasquale. Un luogo di cura. "Cura" nel senso che lì tutto è fatto con cura: i cannoli, le paste di mandorla, la torta Savoia. Persino il caffè o le banalissime gelatine di frutta. La granita di gelsi, ad esempio: contiene solo gelsi rossi. Nessun colorante e nessun aroma al gusto di big babol. Te la fanno assaggiare orgogliosi e sicuri del fatto loro. "Cura" nel senso che lì tutti si prendono cura di te. "Cura" nel senso che sei andato lì per prenderti cura di te. O per prenderti cura di una persona che ami.
Per questo motivo quella scritta ti sembra rassicurante. Leggila. Poi passa al terzo step.
Terzo step:
preparati un buon caffè. Nella scatola ci sono delle paste di mandorla e di pistacchio. Sono confezionate una per una, ma sai bene che sono state sfornate non più di due giorni prima, e spedite immediatamente. Senza attendere l'avvenuto bonifico. Loro sono fatti così: spediscono sulla fiducia, anche a degli sconosciuti.
Quarto step:
apri la pasta di mandorla e annusa. Piano, non sniffare lo zucchero a velo, ti va di traverso. Adesso mordila. Si scioglie in bocca vero? Questa è la pasta di mandorla più morbida che tu abbia mai assaggiato. Nessuno le fa così: svampate appena. Una sottilissima crosta e un cuore morbido.
Quinto step:
passa a quella di pistacchio. Le paste di pistacchio non sono verdi, lo sapevi? Sono marroncine. Se vai a mangiare il gelato di pistacchio a Bronte non troverai creme verdi, lo stesso vale per le paste di pistacchio da Di Pasquale. Il pistacchio è verde solo fuori, dentro è giallino e così le paste.
Adesso concediti un sorso di caffè, ti consentirà di sostare sulla vetta del piacere ancora un attimo. È tutta una questione di attimi.
Bene. Adesso puoi anche guardare il Tg senza rischiare una crisi di panico. Sarai più lucido e reattivo, dopo questa piccola cura Di Pasquale per corrispondenza.
7 commenti:
me ne ordino un quintale, basteranno?!?!?
Un abbraccio
Fra
Bella segnalazione!
Che mi sapete dire della millefoglie "grigliata"? In che sensoùùù'
Rita
e perdonate la cascata di -ù... ho l'acquolina che mi fa sragionare
R
Ecco, son venuta a cercarmela e l'ho trovata. Al secondo giorno di nazidieta, questa è sofferenza pura.
Ci credi che non ci sono mai andato? Ma adesso che mi sto temporaneamente insediando, una capatina docliaria in quella pasticceria sarà d'obbligo. :-P
docliaria = dolciaria
L'acquolina fa davvero brutti scherzi...
@ Fra: ne basta una soltanto. ;)
@ Rita: quest'idea della pasticceria Di P. come luogo di "cura" mi è venuta una volta che ero proprio là e ho visto una ragazza sola, seduta ad uno degli eleganti tavolini, intenta a mangiare una fetta di millefoglie. Ad occhi chiusi.
@ esmè: secondo me se mangi uno di questi il lunedì, puoi accettare anche una nazidieta per il resto della settimana.
@ vai. E poi c'è anche quell'altro posto, a Ibla vicino alla villa, dove adesso hanno fatto un parcheggio. C'è persino una bella panchina con gli alberelli dove godersi il cannolo.
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