lunedì 1 ottobre 2007

Giovanni Allevi: un week end all-inclusive nel magico mondo del pianoforte.


Mi imbatto in questo post su "le Malvestite" e mi rendo conto che Betty Moore dà corpo a una serie di riflessioni che mi girano in testa da quando ho assistito al concerto di Giovanni Allevi.


Riassumo.

Allevi sembra il più grande apologeta di se stesso. Prima di ogni brano, "racconta ridicole storielle che spara via sicuro ed allenato, senza alcun imbarazzo (pur mantenendo i segnali esteriori della Timidezza, che è forma inevitabile del Geniale Compositore)".

Le storielle di Allevi "sono i mattoncini che servono a tirar su questo simulacro,
genio sì ma un po’ folle e pazzerello [...] un po’ schivo, scanzonato e timiduccio". Anche un po' autistico alla Rain man, tant'è che "per aderire al personaggio, oscilla tatticamente avanti indietro quando sta in piedi, racconta di essere affetto da disturbi ossessivo compulsivi".

"È oscenamente fiero del suo minuscolo intellettualismo da dizionario d’aforismi (”come dice Platone - frase fatta”, “come dice il Heidegger - frase fatta”).

Questo è -o
vuol sembrare- Allevi: un idiot savant col talento del piano, che nel tempo libero legge Heidegger e riesce anche a empatizzare col filosofo. Provare per credere.

Insomma, secondo Betty Moore, Allevi ci fa. E io non ho molto da aggiungere.

Ma a questo punto voglio sapere perché Allevi riempie le platee di spettatori adoranti. Non credo che bastino un costume da artista pazzo e qualche motivetto facilone e abborracciato, così sarebbero tutti bravi.

E allora?
Allevi offre allo spettatore un
pacchetto all inclusive. È come un'agenzia di viaggi che propone un week-end archeologico, comprensivo di guida vestita da Indiana Jones. Compri un biglietto di Allevi e ti trovi tra le mani 1) un percorso guidato, tra spunti jazz, rimandi a Chopin, strizzate d'occhio al pop (il terreno su cui il pubblico si trova più a suo agio); 2) un pianista che ha l'aspetto dell' "autentico artista" secondo lo stereotipo tardoromantico, un po' pazzo e anticonformista, timido e impacciato; 3) Qualche citazione filosofica, ma abbastanza facile, in modo da compiacere il pubblico, anziché allontanarlo con astrusità. Una vacanza nel magico mondo della cultura.

Insomma: Allevi coccola e compiace il suo pubblico. Da un concerto di Allevi si esce soddisfatti: la musica è gradevole e familiare, il pianista è buffo e le citazioni sono comprensibili. Aroma al gusto di cultura tra gli ingredienti.

Non credo si tratti delle stesse sensazioni provate ai concerti di un vero pianista autistico e un vero compositore d'avanguardia, tipo Glenn Gould che suona un'opera di Alban Berg. Con questi due è facile sentirsi dei deficienti. E dal concerto si esce spiazzati, confusi, storditi.

Allevi-Gould: 1 a 0 e palla al centro.


Approfondimenti:
"I barbari" di Alessandro Baricco, pubblicato per intero su Repubblica.it

9 commenti:

Unknown ha detto...

Bravissimo. Parole sante, e senza neanche citare il fenomeno mediatico montato che c'è dietro questo oscuro personaggio.

Permettimi di postare il tuo articolo in questo gruppo di Facebook:

http://www.facebook.com/group.php?gid=6818768524

Andrea Ferrigno ha detto...

Uh, certamente, permesso accordato. Anzi ti ringrazio, mi hai ricordato che devo decidermi a scrivere un disclaimer sulla proprietà intellettuale del blog ;)

Andrea Ferrigno ha detto...

Vorrei precisare solo una cosa, per me non c'è molto di "oscuro" o pericoloso in Allevi, né c'è niente di male nel creare o "montare" un fenomeno mediatico. Credo che proporsi in un certo modo, oggi, (voglio dire, sfruttando tutti i media possibili) sia imprescindibile. Però si può fare a diversi livelli. Allevi ha scelto il populismo, la strizzatina d'occhio, il compiacere il pubblico. Questo non implica necessariamente che la sua musica sia tutta brutta, solo che Allevi è Allevi e Morricone è Morricone (ovvero, la stessa cosa non riesce a tutti allo stesso modo...)

Anonimo ha detto...

Certo che di gente invidiosa e pettegola ce n'è tanta!!!!

Allevi, intanto che voi lo criticate continua a riempire platee, ma più di tutto... a dare emozioni!!!

Andrea Ferrigno ha detto...

Invidioso e pettegolo?!?
Cristosanto, in questo paese non si può esprimere un parere critico, pacato e circostanziato neanche su Giovanni Allevi, - non su Papa Ratzinger, non su Berlusconi - senza essere accusati di essere gente invidiosa e pettegola?

Sull'invidia: a me piace Paolo Conte. Se fossi invidioso della gente che ha successo dovrei essere invidioso anche di Paolo Conte. Perché non è così? Perché non ero invidioso dei cinquemila paganti allo Smeraldo, in adorazione (me compreso) per Conte?
Sul pettegolezzo: scusa, ma quale sarebbe il pettegolezzo?

Due precisazioni: questo commento è stato scritto dopo aver assistito ad un concerto di Allevi e dopo aver ascoltato i relativi CD. In tutto ho apprezzato 2 canzoni: quella dello spot BMW e quella dell'aereoplano. Gli altri adorino pure. Io sbadiglio, se è possibile.

Anonimo ha detto...

E' bravo e ha talento, sia come compositore sia come pianista.
Il tempo dimenticherà i critici - di cui nessuno ricorderà nè il nome nè l'esistenza - e ricorderà la sua musica...

Marco

Andrea Ferrigno ha detto...

Ho espresso un parere e l'ho motivato.

Prendo atto del fatto che i sostenitori di allevi sono dei "tifosi" non degli ascoltatori critici e i tifosi non argomentano mai.

Anonimo ha detto...

Quando una musica è bella, parla da se.
Non c'è nulla da argomentare...

Andrea Ferrigno ha detto...

"Quando una musica è bella, parla da sé. Non c'è nulla da argomentare"

Proprio nulla? Suvvìa, sforzati. Potresti chiedere uno sforzo in più ai tuoi neuroni, giusto qualcosina in più di un'inebetita ammirazione. Perlomeno un'ammirazione argomentata.
Poi, fa' tu. Ognuno ha la sua fede.