lunedì 27 ottobre 2008

I menù al tempo della recessione #2 - Salute corporale



Pavia, ottobre 2078


Lucia: Chi si mancia stasìra?

Renzu: Zuppa ri favi e cimi di rapa.

Lucia: Bonu, ci vulìa na cosa càvura, cu 'stu friddu! [1]

Renzu: E poi manco la dentera serve.



Lucia: Ché t'arricordi quando la preparasti la prima volta?

Renzu: E certo che m'arricordo. Era l'inizio della grande recessione, l'ottobbre dumila e otto. Eramu scantàti morti. Ti dissi: «Basta filetti e controfiletti, da oggi si mancia come li nonni! Fave e cicoria!» Sulu che cicoria a Pavia nun ci n'era, e allura pigliai li cimi di rapa.


Lucia: Però m'ha spiegari pirché ci mintisti lu peperoncinu piccanti!

Renzu: Dice che aiuta...

Lucia: Aiuta? E che cosa, di preciso?

Renzu: Aiuta là sotto, risveglia, come dire...

Lucia: Li morti. Stùiati lu mussu, stasìra nun ci nesci nenti. [2]

Renzu: E pirché?

Lucia: Disturbata sono: ho le mestruazioni.

Renzu: Bedda matri, ancora disturbata a centudu anni?

Lucia: To' mugliere è ancora una donna a tutti gli effetti.


Qualche tempo dopo...


Renzu: Prrrrrrrot! PROT!

Lucia: Maronna chi pirituna! [3]

Renzu: Dicevanu l'antichi: «Trumma di culu, sanità di corpu». [4] Che ci voi fari: to' maritu è ancora n'ommu a tutti l'effetti!


Zuppe di fave e cime di rapa

Ingredienti e costi x 2:

- 150 gr di fave secche sgusciate - 45 cent
- 500 gr di cime di rapa - 70 cent
- 1 spicchio d'aglio
- un peperoncino
Totale: 1 euro e 15 cent.

Ho messo a cuocere le fave in pentola a pressione con tre dita d'acqua, senza ammollo, per 1 ora e 30, fuoco sufficiente a mantenere il fischio. Nel frattempo ho cotto le cime di rapa in abbondante acqua salata per 15 minuti, poi le ho scolate (tenendo un paio di mestoli dell'acqua di cottura), tritate grossolanamente ripassate in padella con uno spicchio d'aglio e un peperoncino tritato.
Ho unito il tutto e portato alla densità voluta con i mestoli di acqua di cottura.


[1]: Ci voleva proprio qualcosa di caldo, con questo freddo!

[2]: Rassegnati: questa sera non si fa nulla.
[3]: Cribbio che flatulenze!
[4]: Tromba di culo, salute corporale

7 commenti:

Anonimo ha detto...

E il macco, quando ce lo fai assaggiare?

Anonimo ha detto...

N'autra vota però vulemu i brocculi ffucati. :-D

Andrea Ferrigno ha detto...

@ maruzzella: Il macco! Non lo faccio, non piace alla mia dolce metà, lo trova troppo impastoccoso. Però devo dire che questa zuppa è un buon compromesso, è un po' brodosa però le fave integre conservano una straordinaria cremosità, si disfano in bocca armonizzandosi con l'amaro celle cime ;)

@ tommasello: brocculi affucati? Bedda matri, cchi èni sta cosa?

Fra ha detto...

Avevo pensato di limitare la mia dieta a pane e acqua, ma visto che per comprare qualcosa dal panificio ormai bisogna vendere un rene, mi copio la ricetta di sta zuppa!
Un abbraccio
Fra

Anonimo ha detto...

@Ferrigno:
Ah rausani mangiamaccu! :-D

Comunque la scacciata catanese coi broccoli affogati è imperdibile. http://www.google.it/search?hl=it&q=scacciata+broccoli&btnG=Cerca+con+Google&meta= (Ci sono varie versioni, ma la mia preferita è coi broccoli affogati nel vino e tuma -- ovvero pecorino primosale.)

Andrea Ferrigno ha detto...

@Tommi
La scacciata catanese è un capolavoro della rosticceria mondiale. A mio parere non esiste niente di più buono di quella che citi tu (adesso ho capito), non c'è arancino che tenga.
La mia preferita era quella del panificio San Domenico, in piazza San Domenico.
Nostalgia!

Anonimo ha detto...

L'hai detto: è una realizzazione culinaria superba, nella sua semplicità.

P.S. Quel panificio è una tappa d'obbligo per chi dal centro si reca alle facoltà letterarie. ;-)