lunedì 10 dicembre 2007

Non mi toccate il timballo di riso!


Avviso ai naviganti: qua non troverete una ricetta del timballo di riso siciliano. Ma in un altro post c'è la ricetta dei timballini delle due marie, inoltre su cookaround c'è una appetitosissima ricetta fotografica.

«"L'osso e la lisca" si è complicata la vita preparando il timballo, piatto che richiede grande maestria e che incarna un po' la cucina dalla quale la Sicilia si vuole allontanare»

Leggo questa frase e ho un sussulto. Bedda Matri, siamo già a tanto? Il timballo di riso sarebbe "la cucina dalla quale la Sicilia si vuole allontanare"?

Ok, cominciamo dall'inizio.

C'è questa divertentissima sfida tra foodblogger, l'IRONBLOG. I partecipanti si sfidano due alla volta, creano un piatto con gli ingredienti obbligatori e lo fotografano. Il verdetto lo dà uno chef, diverso ogni volta.

Questa sfida mi prende, è tra due palermitane doc: le meravigliose Bian di L'osso e la lisca e Viviana di Cosa ti preparo per cena.

Salivazione a tutta manetta: le due ci sanno fare, non saprei proprio cosa scegliere tra il tiballino di triglie di Bian e le triglie con arancini di Viviana.

Chi giudica? Urca, Ciccio Sultano, il sicilianissimo e stellatissimo chef del ristorante "Duomo", a Ragusa Ibla.

Corro a leggere il verdetto e...

«"L'osso e la lisca" si è complicata la vita preparando il timballo, piatto che richiede grande maestria e che incarna un po' la cucina dalla quale la Sicilia si vuole allontanare».

Nooo... si vuole allontanare... da cosa? Matri mia, dove va la Sicilia? In mia assenza, dove sta andando la cucina Siciliana? Cosa mangerà mia madre questa domenica? Cosa mi preparerà a Natale, quando tornerò a casa per tre giorni? Patrefigghiu e spiritu santu.

Luciuzza: "dalla quale la Sicilia si vuole allontanare"?

Renzu: Sì!" Proprio così.

Luciuzza: Ma cchìa, vero dici?

Renzu: Se, ti dicu!

Luciuzza: Ma cchìa, scimunìu?

Renzu: E cu lu sapi... C'avissi carùtu na pignata nta testa?

Luciuzza: Voi vidiri ca iddu mancu lu sàpi fari lu timballu di melanzani? Come lu facìa me nanna, bon'armùzza!

Renzu: ppi ddavèru!

Il fatto è che da quando vivo, anzi viviamo a Pavia, ci siamo resi conto che il cibo, alla fine di tutto, è solo memoria, ricordo, dopo aver mangiato è la sola cosa che vi resta.

Ecco, il timballo di melanzane di mia nonna, anzi il ricordo di quel timballo.

Se mi chiedessero:

Dio: Cosa vuoi mangiare a pranzo, domenica prossima?

io: Il timballo di nonna Maria. E se posso permettermi, vorrei anche il marsala di nonno Giovanni, grazie.

Dio: Allora, un timballo di nonna e un vinu viecciu. Nient'altro?

io: no grazie, per adesso a posto così. Magari dopo guardo i dolci.

Mi vedo già a scavare tra i chicchi di riso in cerca delle melanzane fritte.

Va bene, ho scherzato. Queste cose il Sultano le sa bene. Guardate cosa scrive sul suo sito:

«Il Leit Motiv è "riscoprire e riportare alla luce i sapori perduti della tradizione e rinnovarli

Insomma, rinnoviamolo, 'sto timballo, alleggeriamolo, monodosiamolo, chiamiamolo "tortino", decoriamolo, abbelliamolo come mai la nonna di nessuno ha fatto, purché al primo morso avvenga la magia, perché il buon cibo [...] è quello che ci restituisce per un attimo l’infanzia perduta.

5 commenti:

maruzzella ha detto...

Vedo che l'argomento prende!
Così sei siciliano. :)
ps: scusa il ritardo, adesso ti metto su bloglines

Andrea Ferrigno ha detto...

Prende, prende!
Ehi, in ritardo per cosa? ;)Grazie, comunque!

Esmé ha detto...

Restituisco la visita, e ovviamente mi imbatto nel Re Timballo. Altroché brodini...
Meglio se torno a dieta finita, sei pericoloso.
Ciao

Anonimo ha detto...

lacrimuccia di sorellina

bian ha detto...

eheh! la penso esattamente come te! ;)