lunedì 5 novembre 2007

Il naufragio e la mitopoiesi, ovvero come evolve la tv

C'è questo meraviglioso post satirico di Leonardo a proposito del nuovo film di Soldini e in generale sul minimal-realismo sonnolento dei film/romanzi italiani.

Questo film parla di un quarantenne che è stato licenziato. Il problema è che Soldini, anziché inquadrare la crisi del quarantenne in una qualche trama o vicenda o sviluppo inatteso, si avvita sulla crisi del quarantenne e mette in scena solo quella (sbadiglio).

Leonardo immagina un dialogo tra un soggettista minimal-realista e un produttore cinematografico con le palle, che ci tiene a tenere ben svegli gli spettatori. Ecco il punto saliente:


Produttore: Facciamo così. Il tuo soggetto va bene.

Soggettista: Sul serio?

P: Fino al primo tempo. Nel secondo tempo atterrano gli alieni.

S: Eeeeh?

P: Dopodiché… continua tu. Vediamo cosa sei capace di fare.

S: Ma il dramma interiore?
P: Il dramma interiore sarà fi-ghi-ssi-mo. T’immagini? “
Sono un ingegnere disoccupato 45enne, mantenuto da sua moglie e… che altro c’è adesso? Oh, no. Pure gli alieni! Tutte a me, capitano”.

Questa parte del post di Leonardo m'è venuta in mente guardando l'ultima puntata de "L'isola dei famosi".

Chi è interessato al dramma interiore di personaggi televisi sovrappeso
, in là con gli anni e in declino di popolarità alzi la mano. Nessuno? Be', allora facciamoli naufragare su un'isola deserta e vediamo che succede. La faccenda cambia completamente aspetto.
C'è un evento che genera storie: il naufragio
: come faranno i nostri naufraghi a sopravvivere? Come si ripareranno dalla pioggia? Di cosa si nutriranno? Resteranno coesi o si scanneranno a vicenda? Chi di loro avrà la meglio? La crisi di ognuno di loro, in sé è come un binario morto, non genera storie.
Ma ecco che una scintilla può generare miriadi di storie (tutte con " la crisi" sullo sfondo).
Quello che sospetto è che alcuni autori televisivi abbiano ben chiari in mente certi meccanismi narrativi molto meglio di acclamati e incensati registi e romanzieri (ne ho parlato anche qua).

Provo ad applicare questo paradigma ad un altro programma televisivo di grande successo: Affari tuoi, condotto da Flavio Insinna. Nei vecchi telequiz c'era un tizio con le cuffie che rispondeva alle domande. Di lui si sapevano: cognome, nome, città, professione. Bando al superfluo e via con le domande.
In "Affari tuoi" il concorrente è presentato da un breve filmato. Scopriamo che "Filippo" ha fatto un certo lavoro, con gran profitto. Poi ha avuto un'incidente che lo ha fermato per mesi. La fidanzata l'ha lasciato e ha perso il lavoro. Poi è guarito e per fortuna ha incontrato "Maria", si sono sposati, ma è ancora disoccupato. Vorrebbe vincere e aprire un'attività in proprio. Ecco che Filippo non è più un anonimo: ce l'hanno presentato. Ha una storia che somiglia alla nostra: anche noi abbiamo dei problemi, anche noi abbiamo dei sogni irrealizzati, anche noi avremmo bisogno di quei soldi per realizzarli. Ecco che scatta l'immedesimazione, ma siamo su un binario morto, ci vuole l'evento che generi storie.

E qui arrivano gli alieni
: il nostro Filippo,
per avere i soldi deve affrontare un percorso, compiere scelte difficili, coraggiose. Cambiare il pacco o tenerlo. Accettare 15000 euro o inseguire i 200000. Si dimostrerà abbastanza spregiudicato? O abbastanza prudente? Avrà la meglio su famigerato dottore?
Anche qui gli autori hanno inserito elementi in grado di generare storie,
situazioni che mettono alla prova i personaggi, che li costringono all'azione. Il tutto esasperato dalla colonna sonora: l'Ennio Morricone degli spaghetti western, i Goblin di Suspiria e la Lisa Gerrard de "Il gladiatore".

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Great work.

Andrea Ferrigno ha detto...

Curioso. Patience, che tiene un blog di assicurazioni in inglese è interessato a un post sulla tv italiana.
Chiunque tu sia (uno spammer, un robot, un lettore in carne ed ossa), grazie!
Ehm.