giovedì 26 marzo 2009

Pacco siciliano #1: AVANTI SAVOIA!



C'è questa consuetudine tutta sicula del
pacco.
I siciliani hanno l'emigrazione nel DNA, infatti un proverbio siciliano recita «
cu nesci arrinesci»*. Purtroppo l'emigrazione implica la perdita della vera gastronomia. Per un siciliano (o meglio, per la mamma di un siciliano) in Sicilia si mangiano i dolci più buoni, la migliore rosticceria, la frutta più fresca, il pane più fragrante, l'olio più leggero e il vino più sincero. Le olive continentali nun sànu di nenti **(questo è vero), il caffè continentale è acqua lurda*** (anche questo è vero) e il formaggio continentale è plastica (questa è una minchiata).
Conosco gente che si fa spedire il parmigiano reggiano, perché
quello siciliano è più buono.

Una volta, una mia amica mi disse che la pizza,
qui al nord, non le veniva buona come in Sicilia, pur utilizzando la farina, il lievito e la provola del pacco della mamma. Secondo lei era determinante l'acqua siciliana. L'acqua siciliana. Quella schifezza che ristagna nei serbatoi di Eternit condominiali. Sarà.

Noi (nel senso di Renzo e Lucia) non siamo a tali livelli di patologia. Tuttavia, il microscopico uliveto di famiglia, confinante con le tenute Pianogrillo, è fonte di soddisfazione e orgoglio. L'olio che una volta l'anno sgorga dal frantoio pubblico è un ottimo pretesto per reclamare la spedizione di un pacco.

Insomma, arriva questo pacco siciliano.
Adocchiamo subito subito un oggetto confezionato con una carta che reca una dicitura molto evocativa: Pasticceria Giovanni Di Pasquale - Ragusa. «Oddìo, Di Pasquale!», «Maffigurati, hanno riciclato la carta», «E allora che c'è dentro?», «Crostata di mele, ascolta un cretino».
Ci decidiamo ad aprire: niente crostata della mamma. Quello che vedo è una lastra nera e lucida, su cui è scritto in bianco "Savoia". La torta Savoia della pasticceria Di Pasquale.

Pare che fosse la preferita di Leonardo Sciascia, la spediva agli amici in uno di questi pacchi siculi.
Non c'è Sacher che tenga. Non c'è caprese che tenga. Non c'è Foresta nera che tenga. La Savoia Di Pasquale è l'unica alternativa al Domori puro.

Nella
comune torta Savoia il pan di Spagna è la sostanza e la gianduia è il ripieno; nella Savoia Di Pasquale la sostanza è la gianduia, il pandispagna è ridotto ad un nulla, dimenticata la funzione nutritiva rimane solo quella estetica: il marrone uniforme spezzato dalle sottilissime, eleganti righe di pandispagna. In definitiva, la Savoia Di Pasquale è un cioccolatino gigante di fondente extra ripieno alla gianduia. Una fettina = 6 cioccolatini.


fine prima parte

* chi esce riesce, cioè chi emigra ha successo
** non sanno di niente
*** acqua sporca

13 commenti:

Anonimo ha detto...

Ommioddio, ho le lacrime agli occhi e alle pupille gustative!
I pacchi dalla Sicilia sono sempre latori di gioia, peccato che io non abbia più nessuno che me li manda! Mi ricordo mia nonna che arrivava col treno e una valigia piena di delizie, persino il tonno e il pescespada, ben incartato!

Andrea Ferrigno ha detto...

Seia, chi non muore etc! Ma che piacere ;)
(Non sapevo delle tue origini sicule ;)

Anonimo ha detto...

Scopro questo blog tramite tommydavid, complimenti mi piace :) ma se vi si volesse contattare in email, c'è modo? Magari potete lasciarmi un messaggio sul blog...

Andrea Ferrigno ha detto...

@camu: grazie! puoi contattarmi a questo indirizzo: luciaerenzo@gmail.com

Unknown ha detto...

Ma come ha fatto a sopravvivere al viaggio e alle poste italiane??

Andrea Ferrigno ha detto...

eheheh!
Primo: la Savoia di cognome fa mattone, ha resistito indenne ad una caduta di faccia.
Secondo: è stata spedita mediante corriere espresso. Senò nella scatola trovavo i sentiti ringraziamenti ;) altro che torta.

seia ha detto...

Je suis messinese da generazioni.
Solo che da quando sono nata ci siamo trasferiti al "nord" ma torno tutti gli anni. E faccio scorte :-)

Giuseppe Lipari ha detto...

Sono marsalase "emigrato" da 20 anni ormai, arrivo qui via Weissbach! Ma adesso sono da una settimana "a casa" e nell'ordine mi sono sbafato:
- rianata
- cus cus di pisci
- arancini
- pasta chi sardi
- cassata
che volete, devo fare scorta per i prossimi 5 mesi...

Esmé ha detto...

Io lascio i commenti e non me li si pubblicano. Umpf.

Andrea Ferrigno ha detto...

@Knulp
rianata, cos'è? Per non parlare del cus cus: pur sapendo cos'è per un ragusano resta una cosa esotica ;)
A me mancano in primis impanate d'agnello e pasturieddi. Ah, e i ravioli dolci di ricotta. Prima o poi provo a farli.

@ODC
Riprova, i comm non sono moderati, sarà blogger che fa le bizze!

Giuseppe Lipari ha detto...

Rianata: è la pizza siciliana, con le acciughe, l'origano, niente mozzarella, qualche volta la cipolla e il pomodoro, qualche volta del formaggio fresco primosale. Alta e morbida. Cioè, più una focaccia morbida che una pizza. Palermitana, invero. Sono sicuro che c'è anche da voi, come la chiamate?

Cus cus di pesce: specialità del trapanese. Se passi da queste parti ti invito a pranzo, perché non si può non provare! A settembre a San Vito Lo Capo fanno il festival del cus cus e naturalmente c'è anche quello di pesce! Mia madre ci mette un giorno intero a prepararlo.

E dimenticavo: la ricotta caura caura... mannaggia, martedì riparto, ma oggi sono invitato a pranzo da amici, chissà che mi tocca!

Andrea Ferrigno ha detto...

Sfincione, credo, mia nonna la chiama pizza, ma le chiederò. Il couscous l'ho già mangiato a Scopello o San vito, non ricordo. Ma pare che fosse un precotto, almeno così sosteneva l'autoctona. A me è parso buonissimo.

Knulp, mo' basta però, ricorda che stai per partire anche tu! :D

Anonimo ha detto...

Grandissima Torta Savoia...
:-)

Lorenzo di Pianogrillo